‘Na ramuzza d’alivi
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Un ramoscello d’ulivo
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Mentre noi aspettavamo
il sole tiepido della primavera
un cielo insipido e avaro di rondini
seppe regalarci solo venti di guerre.
A stormi scappano
da quelle terre infuocate
e uno sopra l’altro arrivano
a bordo di barconi malmessi
combattendo con tempeste di mare
e lambicco di cuore che fa appassire le speranze.
A piedi nudi e i visi scarni
lucidi di olio d’Argan
in tasca hanno solo tanta disperazione.
Si trascinano addosso abiti stracciati
un fardello pieno di cianfrusaglie
e nel cuore una sola speranza
abbracciare di nuovo
i figli lasciati in quella terra
che mai ha avuto pace.
Altri fratelli sono rimasti la
abbracciati a fucili gelidi
e con il dito poggiato sul grilletto
difendono gli ultimi resti di dignità.
Sono rimaste ferme là le rondini
dietro l’ultimo cannone…
e impaurite aspettano il segnale
…un drappo bianco
e un ramoscello d’ulivo
da stringere tra il becco
e sventolare come bandiera
per tutti i cieli del mondo.
Vincenzo Aiello
Bagheria, 23 marzo 2011