Natale di facciata
La prima cosa che la mente trova / sentendo parlare del natale / è Gesù Bambino dentro la mangiatoia / inviato tra di noi a predicare. /E così che decise il Padre Eterno / per preservarci dall’inferno. / Ma questo pensiero è offuscato / molto spesso da altri pensieri / dove la festa è solo del palato / leccornìe nei piatti e nei bicchieri. / S’inizia con dell’ottimo sfingione / per terminare con schampagne e panettone. / Pregare? ma cos’è questa scocciatura / non c’è mai tempo o poco se ne trova / ci bastano le perpetue in sagrestia / ad asciugare il sangue dai chiodi. / E quei quattro vecchietti sempre la / che aspettan che la vita se ne và.
L’uomo che tutto ottiene senza sforzo / e la sua saccoccia tiene piena / pensa poco alle cose celesti / e alle persone povere senza pane. / E a tutti i suoi fratelli sventurati / dalla mattina a sera bombardati. / Si rende conto solo se un bel giorno / la fortuna abbandona la sua strada / facendogli desiderare tutto quello / che prima aveva con facilità. / Spaventato allora giunge le mani / e prega Dio perché gli cambi la sorte. / E il Signore che vede queste cose / più passa il tempo e più si rende conto / che l’uomo è confuso e crede poco / e non ha più timore delle sue Leggi. / E il natale di facciata / è pieno di falsi santi e nessuno prega.