Mare traditore
Mare che non smetti mai di bisbigliare / Mari che doni senza domandare / Mare che dai sostegno ai pescatori / Mare che con gli scogli fai l’amore / Da te non me la sarei mai aspettata / questa azione così infame / solo al pensiero già mi manca il respiro / e prego il Signore “Dio ce ne liberi” / Come un traditore all’improvviso / mentre ti lodavano le bellezze / da disteso ti alzasti in piedi / accatastando persone di ogni razza. / La terra dove gioivano le persone / da paradiso diventò terra alluvionata / già c’era poco e non c’è rimasto neanche quello / c’è tutto seppellito sotto la sabbia.
Labbra piangenti di bimbi abbandonati / grida di paura, occhi sbarrati / madri impazzite per la perdita dei figli / rovistano nel fango e in tutti gli antri. / Il pianto delle madri spezzò la luna / che per i fatti suoi riposava / si sveglia all’improvviso e si accorge / cosa la tua pazzia combinava. / Mare che cielo e terra puoi toccare / Mare che senza te non posso stare / Mare che del cielo ti colori / Mare che sei il mio secondo amore. / Una cosa te la voglio proprio dire / tradito io mi sento dentro nel cuore / come un amore ti penso ogni sera / ma non so se ti potrò mai perdonare.
Mari tradituri
(Tsunami del sud est Asiatico del 26/12/2004)
All’epoca in cui accadde la catastrofe naturale che colpì il Sud Est Asiatico, mi trovavo con la famiglia a Berlino per trascorrere le vacanze di natale.
Il mattino del 26 dicembre 2004, sintonizzatomi con le reti televisive Italiane per apprendere le ultime notizie, tutto potevo aspettarmi meno che vedere quello spettacolo d’orrore che il maremoto aveva causato.
Dalle emozioni che ne scaturirono nacque la poesia “Mari tradituri”, che volle essere un monito nei confronti del mare, elemento verso il quale (da come si evince dai versi della poesia) provo sentimento di stima e sviscerato amore, ma che tuttavia in quei momenti si trasformò in sentimento di rammarico nei riguardi dello stesso.