La preghiera della sera

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La prijera di la sira

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La preghiera della sera

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Timido

il sole si ritirò

dietro la montagna di Misilmeri.

Per guardiani lasciò lassù

solo qualche ritaglio vermiglio di nuvola.

Come lama di rasoio

l’uccello di acciaio dalla coda infarinata

squarciò le guance del cielo

e dalla ferita che si aprì

a poco a poco

iniziò a traboccare fuori tutta la luce

che il sole aveva partorito.

E fu così

che ormai stremato

il giorno spirò.

Triste l’ albicocco

pianse fiori rosei di vergogna

che la mano delicata dell’aria

poggiò dolcemente sopra la terra

fresca di zappa.

I passeri

che tra foglie di mandorlo e albicocco

intenti a giocare a nascondino

non si accorsero di nulla.

Beata l’innocenza

di chi sa ancora giocare

inconsapevole

di cosa accade sopra la propria testa.

Solo il merlo

sbalordito dall’ accaduto

smise di suonare

la dolce melodia della sua canzone

e vestito a lutto per com’era

col pensiero

accompagnò per l’ultimo viaggio

quella povera anima.

E con il cuore afflitto

cercò quiete

recitando la preghiera della sera.

Vincenzo Aiello

 Bagheria, 1 novembre 2007

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