Il toupet

utuppuita

Il toupet

Me la ricordo sempre in quella sedia / gli occhi colore mare al tramontare / con quel suo viso sempre rattristato / sembrava che aspettasse “la giornata”. / Mio nonno non c’era più da tanti anni / e lei stava sempre a rimestare / fardelli di pensieri sgualciti / di guerre e cave di tufo da scavare. / Amore mio quante vicissitudini / in brutti giorni di paure e fame / dentro le orecchie il fischio delle bombe / tu a far la guerra ed io a pregare i Santi / Ogni mattina si scioglieva i capelli / e pettinava tutto quell’argento / come se li volesse liberare / dai nodi della vita e darli al vento.

Dopo che se li era pettinati / e sgrovigliato aveva ogni nodo / faceva una treccia e l’attorcigliava / al centro della testa tipo un toupet. / E poi come pugnali conficcava / ferretti attorno stando ad occhi chiusi / come a volere distruggere / dalla sua mente ricordi tormentosi. / Io la guardavo zitto da un angolino / stando in silenzio per non la disturbare / e la vedevo asciugarsi dagli occhi / brandelli di vita e lacrime da imbastire.

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