Il salvadanaio dei ricordi
Rompendo il salvadanaio dei ricordi / Vedo uscire cose preziose / odori persi di griglie alle porte / che dentro la testa ho tenuto chiuse. / Sono pensieri della mia gioventù / di quando le cose erano sincere / e la mente dell’uomo era più mite / che gran piacere rivederli di nuovo. / Partivano col buio sopra gli asini / i nostri padri lavoratori giornalieri / mani callose e le guance scarne / maestri di pietra d’Aspra alle cave di tufo. / Dentro le stradine il sole del mattino / baciava il ciottolato e l’accendeva / colletti bianchi fiocchi e grembiulini/ e alle otto la mamma a scuola ci mandava.
Màdie stese in fila al solleone / ornavano a festa le stradine / essiccando l’estratto rapidamente / sangue coagulato di pomodorini / Le ragazze dalla maestra sarta / imparavano l’arte del ricamo / nel mentre che aspettavano l’amore / avevano lenzuola da intelaiare. / E poi i giochi di noi ragazzini / cose semplici fatte da noi stessi / niente computer solo cose antiche / che ci insegnavano i nostri padri. / Trottole di frassino per dare pizzate / al fossettino con le catenelle / con le cinque lire a colpetti di nocche / ad accostare al muro con i tappi a stelle. / Poi se per fortuna si trovavano / tre cuscinetti a sfera e due assicelle / un bel monopattino ci si fabbricava / per andare a spasso per strade e piazze.
I carrettini dei gelatai / o d’Agostino con gli arancini / tre biro cento lire vi scambio i dollari / i sorteggi per le vie e le raschiatelle di ghiaccio. / I cocchieri che guidavano le carrozze / dalla chiesa Madre fino alla puntaguglia / sferravano frustate come pazzi / a noi attaccati dietro a gratis / E che era bello il tempo al tramontare / vedere i focolai a tutte le porte / l’odore incantava tutta la strada / di fumo di legna stagionata. / Il suono del campanaccio all’imbrunire / le mamme richiamava agli angoli delle strade / passava lo stalliere e per i piccoli / fresco di mammella di mucca glie lo mungeva. / Mia madre con mio padre innamorati / solitamente mangiavano con piacere / nella stessa fiamminga insieme / con croce e bacino tutte le sere.
La sera invece attorno al braciere / da bocche sdentate di nonni belli / sentivamo i racconti e il calore / rosicchiando semini e castagne secche. / Poi alle nove grande appuntamento / col carosello in televisione / per noi era un gran divertimento / e dopo tutti a nanna ce ne andavamo. / Tutti i pezzettini ora raccolgo / del mio salvadanaio dei ricordi / li riattacco con la colla perchè non voglio / che quello che era uscito poi mi scordi / li infilo piano piano ad uno ad uno / con mani delicate di pensiero / ma mentre vanno entrando io mi accorgo / che sono troppo belli e li esco di nuovo.