L’occhi di me matri
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Gli occhi di mia madre
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Quando gli occhi di mia madre
brillavano come un mare al tramonto
la sua bocca cullava canzoni spensierate
per i suoi figli… per il suo amore…
E cinque volte la levatrice a casa sua.
E cinque volte grida di dolore e felicità.
E cinque volte ciripan stesi al sole.
E cinque volte colostro dai suoi seni per il neonato.
Una vita di stenti ma felice
i giorni fianco a fianco al suo uomo.
Con la sua mano maestra di sarta
con quattro scampoli di stoffa americana
cuciva per noi piccolini
camice… gonnelline… cravattine
per farci apparire sempre eleganti.
La lana lavorata con i ferri
tra le sue mani d’oro diventava
calzini per la notte o uno scialle
berretti per la neve con il fiocco
e copertine di tanti colori
che di notte mi donavano calore.
Li vidi spegnere quel giorno
gli occhi di mia madre
il giorno in cui mio padre se ne andò
e anche se le sue labbra
di giorno erano sorridenti
passava tutte le notti
ad inzuppare il cuscino di lacrime.
Me lo confidò mentre se ne andava
con gli occhi che le brillavano un’altra volta
felice di andare incontro al suo amore
che lo aspettava al fianco del Signore.
Vincenzo Aiello
Bagheria, 1 dicembre 2010