
(a Capo zafferano)
O tu cappello di Napoleone
così chiamato dalle genti antiche
la tua bellezza non ha altri eguali
e la tua punta al cielo tu strofini.
Accanto a te mi sento come fossi
tutt’uno con il canto dei tuoi scogli
baciati notte e giorno dal tuo mare
e odore dei tuoi capperi raccolti.
Il faro come un cuore palpitante
accende e spegne sogni di pescatori
ha fatto da ruffiano a tanti amanti
che con la tua complicità fanno l’amore.
L’albatros vola in cielo e va cantando
una musica ammaliante che incanta
l’ape di fiore in fiore va saltando
suggendo miele e il cuor se ne rallegra.
Sopra di te cespugli di palme nane
piante di fichidindia e orchidee
per non parlare dello zafferano
fiore che fa gioire i miei occhi.
Il sole che si poggia sopra te
trova ristoro e pace, e si riposa
dimentica quasi di tramontare
e dare il cambio turno alla sua sposa.
La luna, poi la sera viene a te
e ti racconta tutto ciò che ha fatto
tu te la stringi e abbracci come figlia
e aspetti con lei il sole, una nottata.
Vincenzo Aiello
Bagheria; novembre 2018